LAUREATA nel ’72, Annalisa (nome di fantasia ndr) non pensava certo di contrarre una delle malattie più rare del mondo… la polineuropatia demielinizzante infiammatoria immunomediata, a patogenesi autoimmune. Insomma, potrebbe bastare la lunghezza del nome a scoraggiare i pazienti.
Sessantanove anni compiuti, la casalinga risiede con il marito nella provincia di Treviso: in menopausa a 45 anni, ha fatto in tempo a dare alla luce due figli che a loro volta hanno regalato due nipoti alla coppia originaria di Salerno. Ed è proprio Angelo, il marito, a raccontare con lucidità tutti i passaggi della malattia della moglie.
“E’ stata immobilizzata a letto per quasi due anni, alimentata tramite gastrostomia endoscopica percutanea, ha dovuto utilizzare un catetere per tutto quel tempo” inoltre “ogni volta che veniva messa sulla sedia a rotelle, tramite il sistema di imbragatura, tutto il peso si concentrava sul bacino e penso che anche questo possa aver influito sul prolasso uterino”.
Un prolasso al terzo grado, di quelli che normalmente richiederebbero un intervento chirurgico “nel nostro caso era impensabile – spiega Annalisa – così i medici hanno preferito farmi provare il pessario, ecco perché lo abbiamo acquistato sul vostro e-commerce. Inizialmente abbiamo usato quello di gomma, ma andava sostituito ogni tre-quattro mesi, poi mi è stato consigliato il pessario in silicone, molto più flessibile e confortevole”.
A distanza di due anni “il controllo neurologico degli sfinteri purtroppo, non verrà mai recuperato del tutto, però lo stimolo meccanico è diventato decisamente più gestibile” e qui chiosa Angelo “sì perché mia moglie ha dimenticato di dirvi che ora è assolutamente autonoma: non è più a letto, cammina e la terapia del pessario sta funzionando alla grande, anzi l’unica limitazione è che si deve dare una controllata per non affaticarsi troppo, ma è più attiva di me adesso, ha avuto un recupero oltre ogni aspettativa”.
Quindi non resta che programmare una gita “per fortuna abitiamo in un bellissimo posto e siccome mi restano circa otto chili da smaltire dal mio anno di degenza – confida Annalisa -, ne aproffiteremo per fare lunghe camminate all’aria aperta”.