Pavimento pelvico d’acciaio? Ginnastica ipopressiva

pavimento pelvico acciaio

Facendo un giro sui principali motori di ricerca, si trovano video, indicazioni e corsi per l’esecuzione di alcuni esercizi che dovrebbero rinforzare il pavimento pelvico; tra i più comuni pilates e yoga. Ma siamo così sicuri che facciano sempre bene?

La dott.ssa Mirella Tess, titolare dello studio PelvicArt, nel vicentino e specializzata in Uroriabilitazione e Attività fisica adattiva, ci racconta la sua esperienza sul campo e quali risultati si posso ottenere con gli esercizi giusti. Perché non basta pensare di fare un po’ o molto esercizio fisico per affrancarsi dal rischio del deterioramento dei muscoli, anzi “molto spesso esercizi non specifici per la persona possono causare ancora più danni di quanti se ne volessero curare”.

Ma come? E lo yoga? Il pilates? “Andrebbero bene se fossimo seguiti individualmente, perché pensare che una sequenza di esercizi vada bene per 20 persone con problematiche diverse è difficile; inoltre è un tabù parlare di certi problemi come il prolasso uterino e l’incontinenza urinaria all’interno di una normale palestra”.

Ginnastica ipopressiva e pavimento pelvico

Da qui il corso di ginnastica addominale ipopressiva “serve ad attivare i muscoli del pavimento pelvico coinvolgendo il diaframma e gli addominali evitando di esercitare ulteriore pressione proprio sul basso ventre, come normalmente accade”. Non solo: l’esercizio fisico intenso, specie nelle ragazze giovani che non hanno ancora avuto gravidanze, può portare ad avere addirittura un muscolo ipertonico “talmente rigido e contratto da causare dolore, acuito durante la defecazione o durante i rapporti sessuali. I nostri muscoli per essere in salute hanno bisogno di essere flessibili: devono potersi contrarre, rilassare e allungare. Sfortunatamente, tra queste persone, si riscontra un’alta incidenza di parti cesarei, proprio per la difficoltà nel rilassare i muscoli”.

Quindi, idealmente, già a partire dai 40 anni si potrebbero affiancare pessario (dispositivo medico utile nei casi di prolasso uterino e incontinenza) e Attività Fisica Adattiva? “Assolutamente sì!”. E non solo donne: “Problemi comuni alla prostata o, nei casi più gravi, la riabilitazione dopo un tumore maligno, fanno sì che anche gli uomini si interessino sempre più a questo tipo di esercizio alla ricerca della riabilitazione del loro bacino”.

Mai troppo tardi

Ma se fossi troppo avanti con l’età? “Non è mai troppo tardi. Ovviamente entro i 50 anni, con 10/12 sedute nel giro di tre mesi, si otterranno ottimi risultati fino alla riabilitazione totale, perché i muscoli hanno ancora una buona memorizzazione dell’esercizio fino all’automatismo. Successivamente, dai 60 anni in su, i tempi di recupero saranno sempre più lunghi e daranno sempre meno risultati”. Ma se anche fossimo arrivati a 60 o 70 anni si possono avere buonissimi risultati nell’arco di pochi mesi, senza interventi chirurgici e senza dipendere dai farmaci per sempre”.

A tal proposito chiude Mirella “proprio per la discussione della tesi di dottorato che sto per presentare, porterò i risultati di un piccolo campione di pazienti: senza ricorrere a chirurgia e farmaci, ma solo attraverso di ginnastica addominale ipoplessiva e inserimento del pessario, hanno riacquisito una buona qualità della vita e la quasi scomparsa dei sintomi. Quindi, perché operare?”.